Living Museums

Living Museums

Italian Version below *

What would you do when you grow up? What about your dream job?

How many times have we listened to this question?

My vocation for the art world has distant roots, it was 2000, I was traveling for the first time alone, without my family, on a study holiday in London with Education First.

In one of the few free afternoons, I spent several hours alone in the National Gallery, wandering around the rooms, getting carried away by what intrigued me most, literally inebriating me with art. Before the preparatory cartoon for Leonardo’s Sant ‘Anna, I decided that this would be the way of my life.

During my high school years, I was fortunate to have a great professor of art history and drawing. He was an extremely human and direct person, who in his two hours of teaching a week, tried in every way to involve us and respect the school curriculum. Over the years I have understood his ‘passionate despair’.

The baccalaureate exam was just around the corner and the university choice too. During the lesson he asked me what did you decide? And I smiling said to him: Conservation of Cultural Heritage.

And he: are you really convinced? Almost as if I wanted to get away knowing a thousand difficulties of a sector that in Italy, paradoxically, never takes off.

And I: Yes, I want to follow a true passion. And he: oh well, do you like assaje (Neapolitan language, you can translate with “you like it so much”) I see it !!!

That was the beginning of a training course that still continues. I think I have never stopped studying, perpetually intrigued by what is around me. The degrees are there like the Masters but I have never boasted about it, I always stress instead, of my passion, without end.

I tried to travel as much as possible, to see live the works of art previously savored on the books.

I spent hours in museums with the camera always around my neck. Because that was what made me happy, immortalizing the people who looked at this fantastic world.

My working dream revolved around that world, art, museums, photography, human emotions I dare say. I believe in the power of museums and art, as something that is “alive” that brings joy and not boredom. I started working on a photographic project that perhaps will never end and which I entitled “living museums“.

I always preferred to be behind the lens, few times I let them photograph me. Perhaps waiting for someone to look at me with the same eyes with which I look at a painting by Caravaggio, a Van Gogh, or a sculpture by Bernini.

And so between work ups and downs and life stops, many years have passed.

Suddenly I joined the large family of Education First which gave me the opportunity to meet many people, take care of them on a journey they had dreamed of for years. The task is arduous, each tour is a life experience for me too, I always set myself two great goals: to give them emotions and to get my love for art and for my little Italy, wonderfully beautiful and fragile.

Do you remember the beginning of this story? How strange life is.

From EF student to member of the company.  

The engine that drives all these jerking movements of life is only one, the true passion I have for the history of art.

After all, Walt Disney said it if you can dream it you can do it.

One day, sooner or later, my working dream will come true.

In a museum, in an educational department always hanging around and getting excited with a camera around my neck.

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Cosa vorresti fare da grande? Il tuo sogno lavorativo?

Quante volte abbiamo ascoltato questa domanda?

La mia vocazione per il mondo dell’arte ha radici lontane, era il 2000, viaggiavo per la prima volta da sola, senza la mia famiglia, in una vacanza studio a Londra con Education First.

In uno dei pochi pomeriggi liberi, trascorsi diverse ore in solitaria alla National Gallery, gironzolando per le sale, facendomi trasportare da ciò che mi incuriosiva di più,  inebriandomi letteralmente di arte. Dinanzi al cartone preparatorio della Sant’ Anna di Leonardo decisi che quella sarebbe stata la strada della mia vita.

Ebbi la fortuna durante gli anni liceali di avere un grande professore di storia dell’arte e disegno. Era una persona estremamente umana e diretta, che nelle sue due ore settimanali di docenza, cercava in tutti i modi di coinvolgerci e rispettare il programma scolastico. Con gli anni ho capito la sua ‘appassionata disperazione’.

L’ esame di maturità era alle porte ed anche la scelta universitaria. Durante una lezione mi chiese allora cosa hai deciso? Ed io sorridente gli dissi: Conservazione dei Beni Culturali.

E lui: sei proprio convinta? Quasi a volermi distogliere conoscendo le mille difficoltà di un settore che in Italia, paradossalmente non decolla mai.

Ed io: Si, voglio seguire una vera passione.

E lui: vabbè, ti piace assaje, si vede!!!

Quello fu l’inizio di un percorso formativo che tutt’ora continua. Credo di non aver mai smesso di studiare, perennemente incuriosita da ciò che ho intorno. Le lauree sono li come i Master ma non ne ho mai fatto un vanto, sottolineo sempre invece, della mia passione, senza fine.

Cercavo di viaggiare il più possibile, per vedere dal vivo le opere d’arte precedentemente assaporate sui libri.

Trascorrevo ore nei musei con la macchina fotografica sempre al collo. Perché era quello che mi rendeva felice, immortalare le persone che guardavano questo fantastico mondo.

Il mio sogno lavorativo girava intorno a quel mondo, arte,musei, fotografia, emozioni umane oserei dire. Credo nel potere dei musei e dell’arte, come un qualcosa che sia “vivo” che porti gioia e non noia. Ho iniziato a lavorare ad un progetto fotografico che forse, non avrà mai fine e che ho intitolato “musei viventi”.

Preferivo sempre essere dietro l’obiettivo, poche volte ho lasciato che mi fotografassero. Aspettando forse qualcuno che mi guardasse con gli stessi occhi con cui io guardo un dipinto di Caravaggio, un Van Gogh o una scultura di Bernini.

E così tra alti e bassi lavorativi e stop della vita, sono trascorsi tanti anni.

Improvvisamente sono entrata a far parte della grande famiglia di Education First che mi ha dato la possibilità di incontrare tantissime persone, prendermi cura di loro in un viaggio che avevano sognato per anni.

Il compito è arduo, ogni tour è un’esperienza di vita anche per me, mi pongo sempre due grandi obiettivi: regalare loro emozioni e far arrivare il mio amore per l’arte e per la mia piccola Italia, stupendamente bella e fragile.

Vi ricordate l inizio di questo racconto? Che strana è la vita.

Da studente EF a membro dell’azienda.  

Il motore che muove tutti questi movimenti sussultori della vita è solo uno, la vera passione che ho per la storia dell’arte.

Del resto lo diceva Walt Disney se puoi sognarlo puoi farlo.

Un giorno, prima o poi, il mio sogno lavorativo si avvererà.

In un museo, in un dipartimento educativo sempre a gironzolare e ad emozionarmi con una macchina fotografica al collo.

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6 Replies to “Living Museums”

  1. Ho sempre ammirato con passione la tua dedizione, il tuo amore, il tuo costante impegno, la tua abnegazione. Grandissima Selenia.

  2. La cultura può continuare a essere viva solo se promulgata e trasmessa con passione..e non c’è niente di più bello nell’emozionarsi, osservando gli altri emozionati, grazie all’arte. Grazie Selenia per questa tua condivisione!!

    1. Grazie mille chiara! E’ vitale per me vedere che la mia passione arriva oltre uno schermo di un pc o di uno smartphone.

    2. Professionista seria e di spessore, é anche grazie a persone come te che l’arte continua ad essere viva e presente nella vita di tutti. Grazie Selenia continua così!

      1. Grazie mille, Barbara. Cerco sempre di far arrivare la mia passione e di incuriosire chi legge il blog.

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