Stupore e fascino: l’ermafrodito dormiente

Stupore e fascino: l’ermafrodito dormiente

Tra i capolavori più suggestivi dell’antichità, un posto d’onore è occupato dall’Ermafrodito addormentato della collezione del Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo.

La scultura in marmo lunense fu rinvenuta nel 1879 all’interno di un edificio privato romano, sotto il Teatro dell’Opera in una nicchia murata e riempita di terra del peristilio.

Ovidio nelle sue Metamorfosi, afferma che Ermafrodito sarebbe nato dall’unione tra Hermes ed Afrodite e che sia stato allevato dalle Ninfe nelle foreste nel del monte Ida in Frigia.

Dell’Ermafrodito dormiente esistono versioni diverse distinte da alcuni dettagli (Galleria Borghese, Museo Louvre), ma quasi sicuramente tutte derivanti da una celebre scultura ellenistica, l’Hermaphroditus Nobilis, di Policle artista ateniese autore di una serie di statue di culto commissionate da magistrati romani nella metà del II a.C.
Racconta Plinio di un Polikles valente bronzista attivo durante la CII olimpiade (372-368 a.C.) autore di un Hermaphroditum nobile molto famoso.

La figura esposta a Palazzo Massimo rappresenta un ermafrodito che dorme su un piano ricoperto da un drappo in cui il corpo è morbidamente avvolto. Se da un lato affascina per le fattezze femminili, girandole intorno si scopre il “segreto” di tanta fama già nel mondo antico: dal suo corpo “fuoriesce” un membro del sesso maschile…. E l’osservatore ne rimane piacevolmente turbato!

L’opera è sempre stata amata e ricercata, racconta la Dott.ssa Paris, per il suo tema ambiguo, per la sua figura perversa e nervosa che unisce il sesso femminile e quello maschile

 

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