L’integrazione perfetta: la Biga Vaticana

L’integrazione perfetta: la Biga Vaticana

Poco prima di percorrere la Galleria dei Candelabri, a conclusione del Museo Pio Clementino all’interno dei Musei Vaticani, anche il turista più distratto si sofferma ad ammirare la c.d. Sala della Biga.

La Sala deriva il suo nome dalla cassa di Biga (I secolo d.C.) trainata da due cavalli, mirabile invenzione di Francesco Antonio Franzoni (1734-1818), restauratore e scultore al servizio dei Musei Vaticani tra la fine del XVIII e gli inizi del XIX secolo.

Il gruppo scultoreo è conservato in un ambiente a pianta circolare ideato da Giuseppe Camporese tra il 1786 ed il 1795, completamente ricoperto da Marmo di Carrara.

Nella medesima Sala a contorno della Biga in diverse nicchie sono conservate numerose sculture di soggetto atletico e circense tra cui la celeberrima copia del Discobolo, da un originale greco in bronzo di Mirone (460 circa a.C.) ed un Dioniso barbato della cerchia di Prassitele.

Franzoni integrò le parti antiche di una biga e di un solo cavallo e realizzò, ex novo, il cavallo di sinistra.

Dal 1516 la cassa della Biga si trovava nella Chiesa di San Marco a Roma ed era utilizzata come sedia episcopale; nel 1771 fu donata a Papa Clemente XIV.

La decorazione vegetale esterna della cassa-biga, con spighe di grano e papaveri, presenta analogie con i repertori figurativi dell’Ara Pacis Augustea; all’interno della cassa compare Agyieus, immagine aniconica di Apollo, protettore della Strade

Come afferma il Prof. A. Paolucci, direttore dei Musei Vaticani, Franzoni: “Inventò una biga completa di timone e di ruote decorate a protomi leonine, di foglie d’acanto ai raggi, con un risultato splendido in cui non c’è l’antico, ci sono il sogno, la nostalgia, l’evocazione dell’antico filtrati da una sensibilità già del tutto moderna”.

 

 

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