Tormented love: Bernini and Costanza Bonarelli

Tormented love: Bernini and Costanza Bonarelli

(Italian Version Below*)

Known to the chronicles as a “private bust” and among the few examples of “art without a client”, the small marble portrait (h72cm) of Costanza Bonarelli, the work of Gian Lorenzo Bernini is preserved today at the Bargello Museum in Florence.

Why so much curiosity around a woman’s bust?

Costanza was not an ordinary woman, she belonged to an important family descended from the Piccolomini of Siena. She was the wife of Matteo Bonarelli, Bernini’s assistant. During her intense life which saw her impose herself on the Roman scene as a skilled antique dealer, she became a lover of Bernini and her brother Luigi.

In short, a perfect plot for a movie!

Gian Lorenzo at the end of the 1930s, in his heyday, decided to use marble, a precious material reserved exclusively for the best clients, to immortalize Costanza and all the torment of their love.

Costanza is portrayed as she would have appeared in her daily life; she has unkempt hair and a shirt open on his breast, her mouth slightly open; nothing is left to chance, every detail is present.

The perfectly smooth marble surface further enhances the extreme realism.

Parallel to the story with Gian Lorenzo, Costanza also maintains a relationship with his brother Luigi. When Bernini “senior” discovers the relationship, he sends a servant with a flask of wine to the woman’s house and when she opens the door she tries to rub her with a razor. A little later Gian Lorenzo will try to kill his brother Luigi in the Basilica of Santa Maria Maggiore.

All this information comes from an important document written by the Bernini mother, Angelica Galante, to Cardinal Francesco Barberini, with which he asked him to exile Gian Lorenzo to end this family war.

Thus wrote Angelica Galante: By now everything is permitted to him, he believes himself to be the patron of the world.

Despite this unpleasant episode, Urban VIII Barberini did not exile the artist, on the contrary, he exalted him even more as a gift for the glory of Rome and will push him to marriage to lead a more regular life.

 Cavalier Bernino only makes portraits of those who decide our house.

(Cardinal nephew of Urban VIII Barberini)

 

Infosite: Bargello museum

All rights reserved*


Noto alle cronache come un “busto privato” e tra i pochi esempi di “arte senza un committente”, il piccolo ritratto in marmo (h72cm) di Costanza Bonarelli, opera di Gian Lorenzo Bernini è conservato oggi al Museo del Bargello a Firenze.

Perché tanta curiosità intorno ad un busto di donna?

Costanza non era una donna qualunque, apparteneva ad una importante famiglia discendente dai Piccolomini di Siena. Era la moglie di Matteo Bonarelli, assistente di Bernini. Nel corso della sua intensa vita che la vide imporsi sulla scena romana come abile commerciante antiquaria, divenne amante di Bernini e di suo fratello Luigi.

Una trama perfetta per un film, insomma!

Gian Lorenzo alla fine degli anni 30 del’600, nel momento di suo massimo splendore, decide di utilizzare il marmo, materiale pregiato  riservato esclusivamente ai committenti migliori, per immortalare Costanza e tutto il tormento di questo loro amore.

Costanza è ritratta come sarebbe apparsa nella sua quotidianità; ha i capelli spettinati e la camicia aperta sul seno, la bocca leggermente aperta; nulla è lasciato al caso, ogni dettaglio è presente.

La superficie del marmo perfettamente levigata esalta ancor di più l’estremo realismo.

Parallelamente alla storia con Gian Lorenzo, Costanza intrattiene una relazione anche con suo fratello Luigi. Quando Bernini “senior”  scopre la relazione invia a casa della donna un servitore con un fiasco di vino e quando lei apre la porta cerca di sfregiarla con un rasoio. Di li’ a poco Gian Lorenzo cercherà di uccidere suo fratello Luigi, nella Basilica di Santa Maria Maggiore.

Tutte queste informazioni ci derivano da un importante documento scritto dalla mamma dei Bernini, Angelica Galante, al Cardinale Francesco Barberini, col quale gli chiedeva di  esiliare Gian Lorenzo per porre fine a questa guerra familiare.

Così scriveva Angelica Galante: Ormai gli si fa lecita ogni cosa, egli si crede il patron del mondo.

Nonostante questo spiacevole episodio, Urbano VIII Barberini, non esiliò l’artista anzi, lo esaltò ancora di più come dono per la gloria di Roma e lo spingerà al matrimonio per condurre una vita più regolare.

Il cavalier Bernino, fa ritratti solo a chi decide la nostra casa.

(Cardinale nipote di Urbano VIII Barberini)

InfoSite: Museo del Bargello

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